Agroalimentare 4.0: digitalizzare è investire sulla crescita del food Made in Italy
Il primo settore dell’economia reale italiana è l’agroalimentare, in testa per valore della produzione con 205 miliardi, pari al 25% del PIL, un valore aggiunto che raggiunge i 65 miliardi e un numero di occupati pari a 1 milione e 408 mila persone. Questi i dati emersi dal “Rapporto sul settore agroalimentare italiano 2022” delle fondazioni Edison e Altobelli, cifre da capogiro che si aggiungono a un aumento del 10% della produzione di settore rispetto all’industria italiana in generale e al raggiungimento di quota 60 miliardi per l’export.
Alla luce di tali risultati per il food made in Italy, «adesso il Governo Meloni, con il Pnrr e il rilancio di Industria 4.0, ha l’opportunità per proseguire questo positivo percorso di crescita» scrive il Sole 24 Ore commentando i dati del rapporto. L’innovazione è quindi uno strumento necessario per sostenere l’impennata dell’agroalimentare, ne è convinta anche Chiara Corbo, Direttrice dell’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano, secondo cui «In questo contesto, l’interoperabilità delle soluzioni diventa sempre più rilevante e prioritaria. È fondamentale consentire l’integrazione di dati raccolti dai diversi sistemi, interni o esterni […] Da non dimenticare che la condivisione dei dati si rivela sempre più importante per garantire visibilità su tutta la filiera, per una crescente tracciabilità e sostenibilità delle produzioni agroalimentari».
Proprio la tracciabilità nel 75% dei casi oggi è garantita da tecnologie innovative secondo l’Osservatorio Smart Agrifood, che rileva come l’88% delle imprese abbia già adottato soluzioni tecnologiche, tra cui «software gestionali integrati (56%), soluzioni mobile (26%) e cloud (21%) per ridurre i tempi richiesti per la rintracciabilità dei prodotti in caso di criticità e snellire i processi di inserimento dei dati, riducendo il margine di errore».
La transizione verso il food 4.0 è quindi una realtà nelle aziende che producono latticini, carne, alimenti confezionati, frutta e verdura e altri cibi, anche se ampio è ancora il margine di crescita per chi investe in tecnologia, migliorando produttività, ottimizzando processi e aumentando di conseguenza le quote di mercato.
Dai dati scritti su carta, alla rivoluzione food 4.0
Sono ancora numerose le realtà del settore food che si trovano a gestire grandi quantità di dati ancora tramite carta o su Excel. Questo comporta una totale assenza di collegamento tra le fasi e un rischio molto elevato di perdere questi dati o di perdere tempo nel cercarli. A fronte di questo problema, Tesar può contribuire alla trasformazione del comparto in agroalimentare 4.0 con successo, collegando tutti i macchinari in 4.0 e installando nei reparti alcuni dei suoi software di punta, come Motis2 (software MES per la gestione della produzione) e Sicop (software gestione qualità), a cui si aggiunge il modulo tracciabilità I4Traceability. Si tratta di interventi che a molte aziende hanno permesso di ottimizzare l’efficienza dei reparti produttivi, diminuendo i tempi di produzione, i costi, gli sprechi e aumentando la qualità, incrementando, di conseguenza, anche il fatturato.
Tutti i pro di scegliere la digitalizzazione agroalimentare
Diversi, infatti, sono i vantaggi per chi decide di investire nell’Industria food 4.0, vantaggi che le soluzioni Tesar possono garantire. Scegliere di aprirsi alla transizione digitale, ad esempio, significa migliorare notevolmente la tracciabilità, dalla materia prima al prodotto in vendita,
gestendo un SSCC: barcode univoco dedicato all’azienda e chiave primaria per la gestione del tracciamento totale del lotto di produzione
È possibile, inoltre, standardizzare la produzione, gestendo ricette e programmi macchina su un sistema centralizzato e ridurre sprechi o errori, gestendo meglio e in maniera centralizzata le scadenze dei prodotti e dei componenti, grazie all’adozione di software per la gestione automatizzata del magazzino come il WMS (soluzione da poco inserita nella suite Tesar).
Anche l’area di produzione può essere ottimizzata, intervenendo con attività dedicate a: setup e configurazione tramite ricette delle linee produttive e relative stazioni di cui sono composte, rilevazione di resa ed efficienza per stazione e relative causali di fermata, tracciatura dei componenti utilizzati e relative quantità.
Oltre a questo, nelle linee di insacchettamento la tecnologia di Tesar, grazie anche alla collaborazione con i vari produttori, aggiunge la possibilità di rilevare la quantità media imbustata e i relativi limiti delle selezionatrici ponderali, oltre ad attuare un setup degli impianti a raggi x e i relativi conteggi degli scarti con eventuali causali di scarto. Per quanto riguarda le linee di pallettizzazione, invece, Tesar può favorire la marcatura e la generazione di SSCC finali di stoccaggio con relative caratteristiche di scadenza.
A completare l’offerta, vi è anche la possibilità di introdurre nelle fasi di produzione e logistica veicoli a guida automatizzata (AGV), realizzati dalla nuova divisione Tesar dedicata all’automazione industriale. Inoltre, le sinergie interne al gruppo Dylog permettono di supportare le aziende a 360° nel percorso di digitalizzazione. Segnaliamo in particolare Dylog Hitech, specializzata nella produzione di macchinari a raggi x, dedicati al controllo qualità per il settore food.